Blog di Ettore Melani. In questo blog trovate gli articoli della mia rubrica, pubblicati su "Metropoli" di Prato, settimanale con cui collaboro come corrispondente da Berlino. Inoltre, ho il piacere (e l'onore !) di riportare le lettere che, il "semper miticus" Cardinali, ogni tanto mi pubblica sul Vernacoliere. Non siate avari di commenti anche se è solo un blog e non "Feisbuk"! Buona lettura.
mercoledì 25 aprile 2012
ALL' OMBRA DEL MURO
Sarà
che a passarci davanti tutti i giorni ai resti del Muro uno diventa più
sensibile all’argomento, ma tutte le volte che lo sento nominare, il Muro, la
cosa mi tocca come mai prima d’ora. Ho letto con dispiacere gli articoli sulla
sentenza d’appello del tribunale di Brescia che ha assolto (anche se non con
formula piena) gli imputati della strage di Piazza della Loggia. Sulla prima
pagina de “Il Fatto quotidiano” del 15 Aprile, G. Barbacetto, riferendosi a
tutto il periodo stragista italiano, parla proprio di “stragi che di quel Muro
sono figlie”. Ed è proprio per questa mia nuova (iper)sensibilità al tema che
mi sono ricordato di un’ altra volta in cui qualcuno associava le stragi del
“periodo della tensione” al muro di Berlino: era uno dei Servizi Segreti
italiani, a suo dire “un servitore dello Stato che, per ragioni di servizio, si
misura col male”. Commentando le immagini in TV, del ritrovamento del corpo di
Moro, diceva ad un suo collaboratore che “c’è un muro in Europa che separa due
civiltà: la nostra, quella della libertà, da quella del comunismo. Finché a
Berlino esisterà quel muro, a Roma tutto deve rimanere com’è. Questa è la
regola. Il presidente Moro stava cercando di cambiarla. Ci sono momenti in cui
allo Stato il caos serve. Certo, va diretto, organizzato, incanalato ed è un
lavoro che a volte fa orrore. Ma la società non ha bisogno soltanto di
ingegneri, medici o artisti. Ha bisogno anche di carcerieri. Dei boia”. Due
anni dopo, gli stessi “servitori dello Stato” si serviranno dell’ aiuto della
Banda della Magliana, sospettata di aver partecipato, più o meno direttamente,
alla strage di Bologna. Ed è proprio quando si accorge che “il muro di Berlino
presenta crepe sempre più evidenti, e molto presto verrà giù, trascinando sotto
le sue macerie la classe politica di 50 anni” che il misterioso personaggio
rassegna le dimissioni: “Nel tempo che verrà non ci sarà bisogno di gente come
me, perché non ci sarà più nessuna democrazia da salvare, ma solo interessi
privati, lotte per più potere e più denaro. Gli uomini che si salveranno dal
diluvio sono persone spesso ignobili, anime nere, capitani di ventura. Eppure,
come già altre volte nella storia, saranno loro a governare il caos”. Sono
parole di un personaggio di “Romanzo criminale”, film che si è liberamente
ispirato a vicende giudiziarie avvenute in Italia dal ’77 al ’92, oltre che
all’ omonimo romanzo.
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ettore, caro!!! non posso crederlo, che habiti a berlino e neanche provi a trovarmi.....!!! un baccione, verena
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