giovedì 22 marzo 2012

BERLIN UNDERGROUND


C’ erano almeno trecento persone sabato scorso nello scantinato di un bar, il “Fuchs und Elster”, in uno spazio di circa 250 mq in cui si accede scendendo una scala che in Italia e nel resto della Germania non farebbero usare nemmeno per un pollaio. Eravamo tutti lì per sentire (e per ballare) il concerto dei Knoblauch Klezmer Band: violino, fisarmonica, clarinetto, contrabbasso e cajon che per due ore, con brani Klezmer e Gypsy, hanno fatto scatenare corpi e ghiandole sudoripare.
Stranamente (e per fortuna) questo è uno dei rari non smoking club di Berlino, ma per il resto è un bar come ce ne sono tanti: niente servizio ai tavoli, poltrone, divanetti e tavolini bassi, candele, muri volutamente “scrostati” e impianto elettrico con cavi volanti tenuti insieme da un po’ di nastro isolante, in barba alle più elementari norme CEE sulla sicurezza. E come in centinaia di altri locali, anche al “Fuchs und Elster” per la programmazione musicale, DJ set o live che sia, nel fine settimana, si aprono le cantine, ma non quelle per la degustazione del vino, ma letteralmente gli scantinati. Tutte le volte che mi trovo in uno di questi posti, spesso privi di uscite di sicurezza, vengo colto prima da un po’ di sano panico, che mi porta a cercare un posto nello spazio dove ci sia una possibile via di fuga, poi a dirmi come sia possibile che ciò che vedo stia accadendo nel 2012 nella capitale del Paese che detta la politica economica al resto d’Europa e, infine, a chiedermi: ma allora chi è che ha ragione?
Ho ascoltato il concerto in un angolo del locale, di fianco al palco, davanti ad una porta allarmata che dava accesso ai camerini. Il posto era veramente sovraffollato, pieno di ragazze e ragazzi, uomini e donne, alcune incinta e, nonostante il caldo e l’umidità tropicale che c’era nell’aria, tutti continuavano a saltare e sudare allegramente. Io ballavo sul posto, in modo contenuto, per non sudare troppo e per non perdere di vista la situazione. Ed è proprio a forza di guardare gli altri che ballano spensierati, che sudano e ridono, che fanno la fila per il bagno o per prendere un’ altra bevuta che incomincio a rilassarmi anch’io e a non pensare più, almeno non in modo paranoico, al fatto che in qualsiasi altro posto d’Europa quella situazione sarebbe oggettivamente pericolosa oltre che illegale. Ma non qui a Berlino. Almeno così sembra e non ho ancora capito perché. 

1 commento:

  1. Ciao Ettorino,

    E` un po` che non navigavo nel tuo blog ....e noto con piacere che hai scritto un paio di pezzi da Marzo, leggendo Berlin Undergraund.....ti confermo che molto spesso ho le stesse sensazioni o peggio ancora la paura di non trovare una via di fuga in tali locali o claub inprovvisati .......credo che il tutto sia legittimo....sicuramente legato all` età (oggi indosseresti il casco, all`epoca non lo indossavi e così via con altri paragoni).
    Se posso permettermi.....stai sempre all`erta....specialmente se ti trovi underground

    Ciao Filippo

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