domenica 1 maggio 2011

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Oh, ma avete sentito di quella ragazza che hanno trovato morta in circostanze misteriose?
L’ hanno trovata morta nel letto, in casa sua, dove viveva sola. Aveva qualche livido sul corpo e una ferita lieve sulla fronte.
I genitori, rispondendo alle domande del giudice istruttore che sta indagando, hanno detto che la loro “piccoletta ha interrotto presto gli studi e si è inserita nel gran “calderone”, guadagnava discretamente, niente ci faceva mancare: quest’anno anche i fanghi.”
Quando il magistrato ha chiesto che genere di lavoro facesse la ragazza, il padre, senza vergognarsene troppo, ha detto: “Pubbliche relazioni. Frequentava, riceveva e veniva ricevuta da personalità del commercio e dell’industria di Milano, grandi alberghi…” sembra che conoscesse assai bene l’inglese.

Fra le persone che la ragazza era solita frequentare, i genitori hanno fatto il nome di un imprenditore molto noto, S.L., uno speculatore edilizio, che pare abbia fatto molti regali alla ragazza. Anche una lettera di raccomandazione per un posto di commessa alla “Standard”.
I carabinieri sono andati a prendere l’imprenditore in una villa con piscina, ad una festa piena di belle donne e persone altolocate.
 
L’ interrogatorio si è svolto all’interno di una caserma, viste le condizioni del palazzo di giustizia che crolla a pezzi a causa di - testuali parole del magistrato - “costruttori truffaldini che fanno affari con la compiacenza di governanti disonesti”.
L’uomo d’affari, davanti al giudice, ha sostenuto che “la corruzione è l’unico modo per sveltire gli iter e incentivare le iniziative. È paradossalmente progresso essa stessa”.

Sotto la pressione delle indagini e sotto consiglio del suo avvocato, S.L. si è rivolto  ad un imprenditore in difficoltà, “ad una persona importante, ma inguaiata”,  alla quale ha promesso aiuto economico in cambio di un finto alibi.

Sembra, inoltre, che tra i frequentatori e collaboratori dei suoi festini, ci sia pure un Pubblic Relation Man titolare di un’agenzia di donne a pagamento, o escort, si insomma, puttane.

L’ingegnere ha ammesso che “in affari, a volte, si conclude di più in una camera da pranzo che in 10 riunioni di lavoro, in gaiezza e in buona compagnia.
In certi casi le belle ragazze assumono un loro peso, specialmente se sono un po’ leggere”.

Il magistrato ha dedotto e riassunto che “ è in uso che durante certi pranzi d’ affari, ragazze apparentemente della buona società, vengano presentate ai personaggi più in vista fino al punto di dare loro l’impressione di aver fatto un’ importante conquista. A questo modo, stimolandone la vanità o il senso di colpa, si rende il personaggio più malleabile nelle trattative.
Perché se è vero che si conclude di più in una camera da pranzo, è ancor vero che si conclude di più in una camera da letto.

Davanti ad un suo assegno a favore della ragazza morta e all’accusa di istigazione alla prostituzione, S.L. ha replicato che “non era un compenso, ma un regalo!” e che “ nessuno le istiga: fanno quello che fanno perché la società è quello che è. Molte ragazze si vendono perché  è una scorciatoia”.

No, non sto parafrasando i fatti degli ultimi mesi - che poi sono molto più gravi, preoccupanti e che non sembrano avviarsi a quella naturale e giusta risoluzione che in molti aspettavamo - .
Ho solo trascritto alcuni passaggi di un film: “In nome del Popolo Italiano” di Dino Risi, 1971.
Buona visione a chi non l’ha ancora visto.