Approfitto di questa rubrica per far sapere ai miei genitori che ieri mi hanno scambiato per una persona rispettabile nonostante i capelli lunghi e la folta barba.
La scorsa settimana ho ricevuto una serie di lettere dalla Berliner Sparkasse, la mia banca, che per avvisarmi sulle nuove norme per le transazioni bancarie e invitarmi all’attivazione dei TAN (Transaction Authentication Number) via sms, mi ha sommerso di fogli in Tedesco burocratese, pieni di PIN e altri codici di sicurezza.
Colto da sgomento davanti a parole incomprensibili e impronunciabili quali “Lastschriftrückgabe” o “Vertragsdatenänderung” sono corso a chiedere aiuto nella filiale dove ho aperto il conto. L’impiegato che mi ha soccorso era un ragazzo sui trent’anni, gay, in giacca e pantaloni neri e con una barba molto curata. Sulla targhetta appuntata sulla giacca c’era scritto: Ugur Toklar. Mentre ero di fianco a lui per digitare al computer i miei nuovi user name e password, mi è venuta incontro una signora con un libretto in mano che ha iniziato a chiedere informazioni e ad aspettare risposte da me sul da farsi. Ugur l’ha fermata e, gentilmente, le ha chiesto di aspettare il proprio turno. Solo allora ho capito che mi aveva scambiato per un impiegato della banca nonostante il mio abbigliamento casual e il mio aspetto da capellone barbuto. L’errore della signora ha una spiegazione: la tendenza a Berlino è quella di evitare ogni forma di discriminazione, sessuale o di razza, religiosa o estetica o per la visione che uno ha del mondo. E’ molto facile, infatti, trovare persone dal look curioso o non proprio “conforme”, che fanno lavori per i quali, normalmente, in Italia come nel resto della Germania, è richiesto un certo aspetto, un certo tipo di cura, soprattutto per quelle professioni per cui è prevista una divisa. Succede spesso di vedere alla guida di autobus e metro persone con creste colorate o acconciature bizzarre, così come è facile vedere poliziotti con piercing e tatuaggi in volto. Questa possibilità ha dato vita a fenomeni che più di una volta mi hanno sorpreso. Fra i tanti, due in particolare: un conducente della metropolitana al quale la BVG (la CAP di Berlino) ha dato una divisa da donna da indossare nelle ore di servizio e un prete protestante, a cena al ristorante con il compagno e la suocera. Tutte queste persone, alla stessa maniera, a Berlino, sono considerate persone rispettabili.