venerdì 18 marzo 2011

"Finchè uno ha denti in bocca, non sa quel che gli tocca!"

E’ stato un tremendo ascesso, la scorso Agosto qui a Berlino, a farmi capire che i denti fanno parte del corpo e della persona e che, come tali, possono essere curati, come una qualsiasi altra parte del corpo, da un medico specializzatosi proprio nella cura dei denti.
Quando ho avuto bisogno del dentista in Italia, ho dovuto sempre fare i conti con la tasca: mentre dal medico di famiglia potevo andare, farmi visitare, curare e prescrivere farmaci più o meno gratuitamente, non appena mi si svegliava una carie, se non faceva malissimo, prendevo tempo, rimandavo.
La sensazione che avevo era che farmi curare i denti fosse un lusso, un “in più”.
Lo so, ci sono i dentisti convenzionati con le ASL, ma questo è vero solo in teoria, perché quando passi una notte in bianco per l’incessante dolore, battendo la testa in tutti gli spigoli della casa cercando un dolore più forte di quello che hai in bocca, così, per distrarti un attimo, in quel momento, l’ultima cosa di cui hai voglia è di metterti al telefono per sentirti dire che il primo giorno utile per il dentista (convenzionato ASL e quindi economico) è fra un mese e mezzo, alle 17:15.
E allora vai di corsa dal primo dentista che ti fa l’anestesia ancora prima che tu abbia aperto bocca e, nel momento in cui il dolore scompare, sai che accetterai qualunque prezzo per quella celestiale puntura.
Anche a Berlino si prova il solito dolore quando un dente inizia a martellare, e anche qui sei disposto a tutto pur di non soffrire più.
Le differenze fondamentali sono due:
la prima è che in Germania i dentisti li passa la mutua per davvero;
la seconda è che qui l’assistenza sanitaria è privata e carissima: ca. il 15 % dello stipendio ogni mese!
E’ per questo che i lavoratori tedeschi, quando contrattano lo stipendio, mettono sul tavolo delle trattative la “Krankenkasse” (Cassa Malattia) che può essere pagata dal datore di lavoro o, da entrambe le parti, 50 e 50.
Prima d’ora non avevo mai vissuto in un Paese con l’assistenza sanitaria privata, ed essendo abituato all’Italia, non riesco ad accettare l’idea che se uno ha bisogno di un’ambulanza se la deve pagare!
Spero che gli italiani riescano a riconoscere e a difendere ciò che di buono c’è ancora nel nostro sistema, perché se la riforma della Sanità avrà gli stessi obiettivi e risultati della riforma scolastica, allora si salvi chi può!

sabato 12 marzo 2011

Hai voluto la bici? Oh pedala!

E’ cosa nota a molti che, alla fine della seconda guerra mondiale, l’85% di Berlino è stato raso al suolo da pesanti bombardamenti. Così com’ è noto che, nel ricostruire la città e la sua rete viabile (strade, metro, tranvie), non è stata trascurata l’importanza di avere una pista ciclabile.
E forse, pochi sanno che, qui, la bici è considerata il mezzo di trasporto per eccellenza, non solo dalle molte persone che la usano, ma anche dagli automobilisti e dalla pubblica amministrazione che, nel tempo, ha incoraggiato, regolato e integrato questo tipo viabilità con gli altri mezzi di trasporto.
Ieri, infatti, salendo sulla metro con la bici, di fianco ad una mamma col passeggino, ho scoperto che, sia per lei che per me, c’erano dei posti riservati su ogni vagone: se sali con la bici sulla metro (o sul tram), paghi un supplemento, ma hai diritto ad un posto per te e per il mezzo.
Questo modo di integrare la viabilità alternativa alla macchina, mi ha permesso di fare 18 km in metro, altri 5 km in bici in un altro quartiere e tornare a casa: 41 km senza l’automobile e senza rischiare la vita!
Mi sono subito ricordato di quando ho provato (per 3 anni) ad usare la bici a Prato, che vanta ben 53 km di ciclabile su una superficie di 97 kmq: non male come rapporto!
Peccato, però, che abbiano fatto 2 linee dritte che s’ incrociano una volta sola, perché con 53 km di ciclabile si poteva fare meglio e di più, visto che sono stati spesi 7,5 milioni di € e visto che il Comune voleva (cito testualmente il sito del Comune di Prato in merito alla ciclabile) : “[…] favorire oltre agli spostamenti casa-scuola e casa-lavoro anche quelli legati ad attività di svago, sportive e ricreative all'aria aperta.
[…] Creare un sistema continuo di connessioni urbane ed extraurbane per incoraggiare la mobilità ciclabile come valida alternativa ecologica all'uso dei veicoli a motore”.
A Berlino hanno tessuto una ragnatela di oltre 1000 km di pista ciclabile su una superficie di 890 kmq, ingegnosamente intrecciata e perfettamente integrata con gli altri mezzi pubblici.
E’ una metropoli, d’accordo - e sono Tedeschi, si sa! -, ma fare una lunga e bella (ma poco utile) pista ciclabile su cui passeggiare la domenica, rassegnarsi a dover portare e riprendere i figlioli a scuola con la macchina e accettare lo spreco di soldi pubblici, deve per forza continuare ad essere sinonimo dell’essere Italiani?

giovedì 3 marzo 2011

Raccolta differenziata retribuita

Gli amici australiani di Linnea (5, non 2 o 3!) in visita a Berlino sono ripartiti.
Oltre ad un po’ di disordine sparso, qualche libro e guanti dimenticati, mi sono accorto che, in un angolo della cucina, si erano accumulate due casse di birra: 20 bottiglie a cassa, per un totale di 40 bottiglie da 50 cl. Eh si, abbiamo bevuto un po’ in questi giorni!

Da bravo “tedeschino”, mi sono caricato (in due volte) le casse sulle spalle e le ho portate al supermercato a 200 metri da casa. Appena entrato sono andato alla porta che dà sul magazzino e, senza bisogno di dire una parola, una commessa mi ha tolto le casse di mano, è sparita nel retro ed è riapparsa con un pezzo di carta, timbrato e firmato, con su scritto: 6,20€.
Dopo di che,  fatta la spesa, sono andato alla cassa: dal totale di 37,50€ mi hanno scalato le 6,20€. “Ah però, - mi sono detto - conviene fare la raccolta differenziata in Germania”. Oltre al senso civico e all’ ambiente, ci guadagna anche la tasca. E non poco.
Certo, non riporto tutte le settimane una cassa di birra al supermercato - per fortuna per la schiena e per il fegato -, ma qui, nei supermercati, delle comodissime e tedeschissime macchinette, ti rendono 0,25€ anche per le bottiglie di plastica, sia per quelle da 0,5 l. che per quelle da 1,5 l., per tutte quelle bottiglie con cui in Italia normalmente (a casa dei miei genitori, dato che io bevo rigorosamente acqua del rubinetto!) faccio il tanto odiato concertino postprandiale : CATACRASCH! Accartocciamento della boccia, tappo, e via nel sudicio. Differenziato ovviamente, ma non retribuito.

Ora ho capito perché quello che mi sembrava un gesto incivile è in realtà un atto di solidarietà: ho visto molte persone lasciare in giro, nei parchi, per le strade, alle stazioni della metro e degli autobus le bottiglie di birra o di altre bevande invece di buttarle nei cestini della spazzatura.
Altro che inciviltà! Berlino è piena di persone povere, se non poverissime, che, con molta dignità, girano per la città con zaini, buste e trolley a raccogliere i preziosi vuoti che le persone lasciano da una parte, in segno di partecipazione indiretta alla loro causa.

Questo tacito accordo, ha dato vita a fenomeni pittoreschi: quando arrivano le tanto attese giornate di sole, la gente sembra impazzire, si telefona e si dà appuntamento nei bar all’aperto, nei parchi e dovunque ci sia un po’ di verde, per spogliarsi, sdraiarsi e ricaricare le “batterie solari” . Questo fa sì che, oltre alle persone, ci siano tante bottiglie in giro e i “raccatta bottiglie” si organizzano in gruppi o in famiglie: mentre alcuni girano a domandare i vuoti agli spensierati al sole, uno/a fa la guardia al mucchio di sacchetti e zaini di bottiglie già raccolte. Il risultato, alla fine della giornata, sono delle installazioni itineranti, di bici corredate di carrello, caricate all’inverosimile, con sacchetti appesi a ceste di bottiglie incastrate e legate con calcoli di fisica quantistica ed equilibri degni di Leonardo che se ne vanno tintinnando per le strade, fra la gente che fa largo, sorridendo, alle sculture di bottiglie ambulanti.