Il 10 febbraio 2011 è iniziata la Berlinale (il Festival internazionale del cinema) qui a Berlino e andrà avanti fino al 20.
Sono solo due i film italiani a rappresentare il Belpaese, ma nessuno dei due in concorso: nella sezione Special c’è “Gianni e le donne”, di G. Di Gregorio, una commedia incentrata sul rapporto di un uomo 60enne con le donne che lo circondano, dalla moglie alla figlia, dalla mamma alla badante della stessa.
Nella sezione Panorama, invece, “Qualunquemente” di G. Manfredonia con A. Albanese, il cui personaggio, politico ignorante, sessista e corruttore è stato paragonato dalla critica tedesca - chissà perché - al nostro Presidente del Consiglio.
Tino, un amico tedesco che appartiene alla categoria dei "fratelli figli unici" di cui cantava Rino Gaetano (per lavoro scrive recensioni di film che non ha ancora visto!) mi ha mandato un sms per dirmi che aveva comprato i biglietti per l'omaggio che la 61esima mostra del cinema ha fatto a Mario Monicelli.
Alle 11:00, in un sabato mattina di Primavera anticipata, davanti al cinema International in Karl-Marx-Allee, c'era la fila - con mia grande sorpresa - per " Il Marchese del Grillo" che a Monicelli , nel 1982, è valso un Orso d' Oro per la miglior regia.
Altra gradita sorpresa è stata la presenza in sala di Isabella Rossellini che, nelle vesti di presidente della giuria della mostra, ha introdotto la proiezione raccontando della sua amicizia con il regista romano: fra i vari aneddoti ha ricordato di quando la scorsa estate, alle sue parole: “Sono stanca di essere definita dai giornali <<l’ancor bella Isabella Rosellini>>”, Monicelli ha replicato dicendo: “Beata te, pensa che di me scrivono <<l’ancor lucido>>! ”.
Con il sorriso sulle labbra, sottolineando l’ineguagliabile ironia tragicomica del regista, la Rossellini ha poi preso posizione sul suo gesto suicida dello scorso Novembre, definendolo "traumatico ma ammirevole". Gli applausi della sala, prima della traduzione in tedesco, hanno svelato la presenza dei tanti italiani che, come me, sono corsi a rendere omaggio al grande Monicelli, a vedere un bel film che non avevano visto al cinema e a godersi quel che di buono c'è (o c'era) nell' essere italiani.
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