martedì 5 aprile 2011

Una società di figli unici

Fino a due anni fa, Prenzlauer Berg, un quartiere della Berlino Est, deteneva il primato delle nascite in tutta la Germania.
Dopo la riunificazione delle due Berlino, i ceti meno ricchi, artisti e studenti, si sono spostati nei quartieri dell’Est della città, dove gli affitti costavano sensibilmente meno. Se a questo si aggiunge che il costo della vita (non solo degli affitti) in quei quartieri, alla fine degli anni ’90, era tra i più bassi della Germania è facile capire perchè, Prenzlauer Berg, sia stato un quartiere ambìto da molte giovani coppie che, in poco tempo, hanno fatto registrare il tasso di natalità più alto della nazione. Oggi, dopo una radicale ristrutturazione e ammodernamento, quel quartiere ha sensibilmente camabiato faccia (e fascia di prezzi) e questo ha dirottato in altri  quartieri, come NeuKoelln (dove vivo) o Wedding, lo stesso fenomeno.

Sono andato a cercare i dati relativi alle nascite in Italia in quel periodo: nel 1995, nel Belpaese, si è registrato il livello di fecondità tra i più bassi al mondo (ISTAT). 

Mi è venuto in mente il mio prof. d’ Italiano che in una lezione di ed. civica ci spiegava che “la più piccola forma di società è la famiglia, e che proprio in famiglia si imparano” -e si imparano!- “molte di quelle regole non scritte che poi regoleranno i nostri rapporti con gli altri e nella società in generale”.
La mia generazione (io ho 37 anni) è una generazione cresciuta con fratelli e sorelle, con cui ha imparato a condividere e a fregarsi di tutto, a parlare male dei propri genitori e a fare a gara per conquistarne più attenzione, a prendersi bene, bene per il culo, a fare a botte per una maglia o per un giocattolo, per poi fare pace e andare a far merenda insieme.

Negli ultimi 10 anni, in Italia, da quando amici e conoscenti hanno iniziato a fare figli, ho notato che le gravidanze sono contagiose e che contagiosa è anche la scelta di fare un solo figlio. 
Così, in pochissimo tempo, mi sono ritrovato circondato da una meravigliosa schiera di “nipotini” tutti figli unici!
Figli che non sembrano più essere la naturale conseguenza di un rapporto e un progetto di coppia, ma piuttosto, l’appagamento di un desiderio di maternità (su “La Stampa.it” ho letto che a Milano e a Torino, una mamma su cinque dichiara di non avere il compagno).

Certo, i tempi del boom economico sono lontani ricordi, la vita ha un altro costo e i prezzi delle case costringono le giovani coppie a comprare appartamenti di 60 Mq -quando va bene- e a pagarli in 30 anni.

E quanti figli puoi fare in 60 Mq a tasso variabile?
E che società sarà una società di figli unici?
Io figlioli non ne ho, ma nel caso in cui decidessi di…uno solo, no.

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