
leggo sul web(Yahoo!News)che,in Italia,a un ragazzo è stata sospesa la patente per aver esternato i suoi orientamenti sessuali alla visita militare,
a Berlino trovo manifesti alle fermate dei bus(affissi dal Comune),che riportano scritte quali: “Sono gay e Berlino è con me”. E nelle foto ci sono uomini e donne,medici o artigiani, persone inserite in contesti quotidiani e “normali” della società e non personaggi alla Platinette.
Mentre al cinema scopro che,fra le pubblicità prima del film,per sensibilizzare i giovani ad usare il preservativo,la coppia che prende le dovute precauzioni è composta da due giovanissimi e bellissimi ragazzi -entrambi maschi-, nel frattempo leggo su “IlCorrieredellasera.it”della polemica di Giovanardi contro le pubblicità che ritraggono coppie gay all’Ikea.
E dopo aver letto su “ilfattoquotidiano.it” che “l’Italia è fanalino di coda dell’Europa nell’impegno civile e penale […],al contrasto dell’omofobia”,sono uscito di casa per andare al matrimonio di Elisa e Nancy(due donne)che hanno deciso di dirsi il fatidico “SI” davanti ad un pubblico ufficiale della città di Berlino,che ha celebrato un matrimonio normale e commovente.
E lo stesso giorno che leggo che il rettore della Bocconi deve prendere posizione sugli episodi omofobi e discriminanti nei confronti di studenti gay all’interno dell’ateneo,la sera esco con la mia ragazza per una birra con Giuliano e il suo ragazzo. E mi accorgo che noi, come loro, possiamo scambiarci tenerezze e attenzioni senza che questo desti il minimo stupore:i gay a Berlino -uomini e donne- non sono considerati un fenomeno da tollerare. Essere gay è così normale da non dover essere considerato un fenomeno da trattare.
Poi,però,vedo coppie di donne(o di uomini) che passeggiano mano nella mano spingendo un passeggino con dentro loro figlio.Allora si sveglia la mia morale,che inizia a giudicare,che pensa alle difficoltà o ai traumi che un figlio può avere crescendo in una famiglia gay e inizio a dire che, forse,così è troppo.
Ma poi penso alla questione del divorzio nell’Italia di 40 anni fa,quando solo l’idea di una coppia separata era impensabile(ed illegale!)e che le conseguenze per i figli sarebbero state insuperabili. Legalizzato e socialmente accettato, il divorzio è diventato una possibilità nell’evoluzione di un rapporto che,se affrontato con buon senso e amore per i figli,non traumatizza la vita di nessuno.
Io non sono gay e non mi piace la papaya,sono etero e vado matto per le albicocche,ma in questo non c’è -e non ci può essere- niente di giusto o di sbagliato,di normale o di anormale. Sono solo i miei gusti. Nient’altro.
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