martedì 14 dicembre 2010

Polizia, pulizia e sgomberi

Prendevamo sempre l’InterCity delle 20:08 per andare a Firenze e non pagare il biglietto.
Ci metteva meno di dieci minuti.
Andavamo alla stazione di Prato, lasciavamo i motorini aperti, messi vicini che sembravano legati insieme. E funzionava. Almeno per un po’ ha funzionato.
Poi ce li hanno rubati. Proprio il giorno che io ho portato il lucchetto e il Cocci la catena e li abbiamo chiusi insieme per davvero, ce li hanno fregati!

Ma la storia è un’altra: il Cocci ed io, armati di chitarra, avevamo preso ad andare a Firenze nelle calde sere di Luglio ‘91 a fare canzonette, birrini, straniere… i tipi strani che vanno, girellano e sono disposti a prendere quel che viene.
E come sempre facevamo tardi.
Anzi, dovevamo fare il più tardi possibile per prendere il treno delle 5:30 che era il primo della mattina che andava a Prato se non trovavamo di meglio da fare.

Passavamo le sere per strada, come tanta altra gente che girava per Firenze d’estate, prima da un locale all’altro (loro), poi al forno per i cornetti caldi (anche noi), poi: “ Senti ganzi loro che fanno loosing my religion !” e si univano alla cricca che poteva essere in Santo Spirito o sul Ponte Vecchio, in Piazza della Signoria proprio sotto le palle del David o sotto il porticato degli Uffizi che lì l’acustica spacca!
E facevamo anche le 2 o le 3 e facevamo baccano, non in maniera molesta: cantavamo e ridevamo e bevevamo in compagnia. Insomma, si stava bene.
E quando esageravamo un po’ di più, perché troppo ubriachi, arrivava il pandino della guardia giurata di turno a ricordarci che era tardi, della quiete pubblica e il rispetto per chi dorme.
Noi smettevamo di fare casino per un po’, scambiavamo due battute con la guardia che si tratteneva un più del dovuto a sbirciar tra le gonnelle e che poi ripartiva ligia al giro di bigliettini alle serrande dei negozi.

Poi, una volta, sempre d’estate, 4 anni dopo le stragi del ’92, torno a Firenze con una amica, dopo un bel po’ che non ci andavo: le piazze sono presidiate da carabinieri, esercito e polizia con mezzi blindatati e telecamere amiche, e quando stiamo per sederci davanti agli Uffizi, un giovane carabiniere armato di mitra, si avvicina e ci dice: “No, non si può più stare seduti qui. Sa, il terrorismo, le BR…”.
Allora ripieghiamo in S. Spirito, sulle scale della chiesa, con almeno altre 50 persone intorno che fumano e bevono, ma che non schiamazzano notturnamente e non disturbano la pubblica quiete di nessuno con il loro spensierato chiacchiericcio estivo.

Verso mezzanotte vedo arrivare una Panda della polizia municipale che si ferma lì, proprio davanti alla platea di chiacchieroni che butta l’occhio all'auto senza dargli molta importanza. Dopo mezz’ora fa la stessa entrata una macchina della Polizia Stradale.
Il volume delle chiacchiere si abbassa, non di molto, ma cambia.
Alle 01:00 arriva l’autobotte della nettezza urbana: scendono 2 omini che iniziano a srotolare la manichetta dell’ acqua mentre i vigili e poliziotti escono dalle macchine. Alcune delle persone sedute si alzano e vanno verso i bar o più in là, in mezzo alla piazza. Altri, che come me non hanno capito e non sanno cosa sta per succedere, vengono gentilmente invitati dai vigili ad alzarsi dalle scale della chiesa, in nome della pubblica utilità, per permettere agli omini di pulire. I poliziotti rimangono vicini alla macchina.
Non appena siamo tutti abbastanza distanti, uno dei due omini apre il rubinetto e l’altro comincia a lavare con la manichetta a pressione a destra e a manca.
Rimango stupito dal modo così originale di pulire le scale di una chiesa e mi metto a guardare gli omini all’opera con interesse, mentre la maggior parte della gente che fino a dieci minuti prima era seduta, a bere e a fumare e chiacchierare, è più o meno tutta sparita.
Tempo quindici minuti e gli omini riavvolgono la manichetta, mettono in moto e partono per un’altra piazza da ripulire. Lo stesso fanno i vigili. La polizia stradale si trattiene un po’ più a lungo.
“Ecco un lavoro ben fatto -dico alla mia amica- degno di quando c'era lui”.
Le scale sono ripulite a dovere: dalle cicche, dalle carte, dai bicchieri e dai chiacchieroni. Che se non fosse per il fatto di bagnarsi il culo griffato, i chiacchieroni, si sarebbero rimessi volentieri a frescheggiare sulle scale di S. Spirito fino a notte fonda.



Ma anche qui, evidentemente -per decreto del Sindaco di Firenze-, non si può più stare seduti, è in atto un coprifuoco mascherato: “Sa, il terrorismo, l’11 Settembre, Bin Laden…”.

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