E’ cosa nota a molti che, alla fine della seconda guerra mondiale, l’85% di Berlino è stato raso al suolo da pesanti bombardamenti. Così com’ è noto che, nel ricostruire la città e la sua rete viabile (strade, metro, tranvie), non è stata trascurata l’importanza di avere una pista ciclabile.
E forse, pochi sanno che, qui, la bici è considerata il mezzo di trasporto per eccellenza, non solo dalle molte persone che la usano, ma anche dagli automobilisti e dalla pubblica amministrazione che, nel tempo, ha incoraggiato, regolato e integrato questo tipo viabilità con gli altri mezzi di trasporto.
Ieri, infatti, salendo sulla metro con la bici, di fianco ad una mamma col passeggino, ho scoperto che, sia per lei che per me, c’erano dei posti riservati su ogni vagone: se sali con la bici sulla metro (o sul tram), paghi un supplemento, ma hai diritto ad un posto per te e per il mezzo.
Questo modo di integrare la viabilità alternativa alla macchina, mi ha permesso di fare 18 km in metro, altri 5 km in bici in un altro quartiere e tornare a casa: 41 km senza l’automobile e senza rischiare la vita!
Mi sono subito ricordato di quando ho provato (per 3 anni) ad usare la bici a Prato, che vanta ben 53 km di ciclabile su una superficie di 97 kmq: non male come rapporto!
Peccato, però, che abbiano fatto 2 linee dritte che s’ incrociano una volta sola, perché con 53 km di ciclabile si poteva fare meglio e di più, visto che sono stati spesi 7,5 milioni di € e visto che il Comune voleva (cito testualmente il sito del Comune di Prato in merito alla ciclabile) : “[…] favorire oltre agli spostamenti casa-scuola e casa-lavoro anche quelli legati ad attività di svago, sportive e ricreative all'aria aperta.
[…] Creare un sistema continuo di connessioni urbane ed extraurbane per incoraggiare la mobilità ciclabile come valida alternativa ecologica all'uso dei veicoli a motore”.
A Berlino hanno tessuto una ragnatela di oltre 1000 km di pista ciclabile su una superficie di 890 kmq, ingegnosamente intrecciata e perfettamente integrata con gli altri mezzi pubblici.
E’ una metropoli, d’accordo - e sono Tedeschi, si sa! -, ma fare una lunga e bella (ma poco utile) pista ciclabile su cui passeggiare la domenica, rassegnarsi a dover portare e riprendere i figlioli a scuola con la macchina e accettare lo spreco di soldi pubblici, deve per forza continuare ad essere sinonimo dell’essere Italiani?
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