martedì 15 novembre 2011

DA AEROPORTO A ORTO

Domenica scorsa sono stato, con un termos di tè caldo, nel bel mezzo di un aeroporto, mentre sopra la testa mi volavano aquiloni, corvi, kitesurf e falchi, e mentre sull’asfalto delle piste d’atterraggio si alternavano skatebord, windsurf, rollerblade, bici e passeggini.
Ero all’aeroporto di Tempelhof , a 2 km dal centro della città, famoso per essere stato usato dalle truppe alleate durante il blocco di Berlino (giugno 1948, maggio 1949)come scalo per rifornire la parte ovest della città che i Sovietici avevano isolato, bloccando strade, ferrovie ed energia elettrica.
Con un ponte aereo durato 462 giorni, Berlino ovest fu rifornita di tutti i generi di prima necessità.
Finita la guerra fredda, Tempelhof ha continuato a funzionare come aeroporto civile fino al 2004, per poi essere definitivamente chiuso al traffico aereo nel 2008.
Oggi è un parco, un luogo dall’atmosfera sospesa, dall’aria surreale: la visione di questa distesa verde e pianeggiante in mezzo alle case, i due lunghi rettilinei d’asfalto delle piste piene di gente che si muovono in lontananza e l’incredibile silenzio interrotto solo dalle risate dei bambini o dai cani che abbaiano ricorrendo i corvi, sembrano il set di un film di Fellini, più che un ex aeroporto.
Già questo per me era sorprendente, era sufficiente per farmi accendere il computer e scrivere di questo posto.
La scorsa settimana, poi, sono rimasto per quattro ore a guardarmi intorno, a fare domande e a cercare informazioni online per potervi raccontare più nel dettaglio di come Tempelhof è diventato anche un orto!
Si perché, un’ associazione ha preso in gestione un pezzo di terra e lo ha messo a disposizione della gente che, gratuitamente, ha potuto avere qualche metro quadro(e cubo) di terra e di acqua e iniziare a coltivare il proprio orticello, l’uno accanto all’altro, dando vita ad un paesaggio lunare mosso da porte e finestre usate per contenere la terra (anche questa messa a disposizione dall’ associazione), pancali per sollevarla dal suolo (è pur sempre un ex aeroporto e il terreno non è proprio così Bio!)da cui sbucano insalate e finocchi, cipolle e cavoli, girasoli e margherite.
I “proprietari” degli orti hanno il diritto di usufruire dei prodotti che coltivano e tutti quelli che vanno a Tempelhof hanno il diritto di sedersi in mezzo agli orti e godersi la bellezza di questo “agglomerato bucolico” che strappa sorrisi e approvazioni a tutti.

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