Un articolo di Fabio Ciconte, su IlFattoquotidiano.it dello scorso 26 Marzo, ha finito col confermare i miei sospetti sul fatto che, se in Italia ci sono così tante macchine e l’ abitudine di andarci a prendere il caffè anche al bar dietro casa, non dipende solo da un cattivo costume degli italiani, ma piuttosto da una politica ben precisa che ne crea il bisogno e non offre alternative reali. E a poco servono le legittime proteste e le iniziative Salvaciclisti se non invadono il tessuto sociale, oltre alle strade. “In Italia ogni giorno circolano 36.4 milioni di veicoli (in Cina sono molto di meno) che percorrono una media di 13mila Km all’anno, il 26% in più della media europea. Con questi numeri il nostro Bel Paese detiene il primato mondiale di auto private pro-capite” (Ministero dello Sviluppo Economico).
Ieri mattina sono passato davanti ad un parco, qui a Berlino, che avevo già notato, ma che non avevo ben capito cosa fosse: è una miniatura di un pezzo di città (ca 10 kmq) con strade, semafori, rotonde e, naturalmente, piste ciclabili. E’ uno spazio del quartiere (Kreuzberg), dove le scuole, a turno, mandano le classi delle elementari a fare scuola guida in bicicletta. I bambini imparano a stare sulla strada, a riconoscere le precedenze, ad usare le rotonde in sella alle bici messe a loro disposizione dalla struttura. Ieri, oltre ai bambini, ci ho trovato anche due poliziotti, che correggevano e perfezionavano i loro comportamenti. Alla fine di un ciclo di lezioni teorico/pratiche, dopo un esame, agli studenti viene rilasciato un attestato, una sorta di “patentino del bravo ciclista”. E anche il fatto che i genitori vadano a portare e a riprendere i propri figli a scuola in bici e che spesso facciano usare loro, fin da piccolissimi, biciclette di legno senza pedali, contribuisce non poco alla formazione di una cultura e di un altro tipo viabilità. E’ proprio questo lavoro in parallelo, dall’alto (Piste ciclabili, trasporto integrato) e dal basso (scuola, famiglia) che crea generazioni civicamente educate e che fa della bici il mezzo di locomozione per eccellenza e non uno svago per le passeggiate della domenica. I cittadini così educati, avranno rispetto dei ciclisti anche quando si troveranno alla guida di un’ auto, e difficilmente percepiranno come un fastidioso intralcio al traffico quei poveracci che pedalano e rischiano la vita, fra camion e bus, perché senza soldi per il SUV.
Nessun commento:
Posta un commento