sabato 14 aprile 2012

WELFARE ALLA TEDESCA


Due settimane fa, una troupe di giornalisti di LA7 è venuta a Berlino per girare un servizio sul Welfare tedesco, andato in onda Giovedì 29 Marzo nella trasmissione “Piazzapulita”, di Corrado Formigli. A loro favore va detto che, per raccontare la Germania, un’ altra troupe è andata a vedere come funzionano le cose a Monaco, perché come vi ho già raccontato più volte, ciò che è vero e possibile a Berlino non sempre vale per il resto del Paese e viceversa.
Dovevo far parte del gruppo di italiani che gli inviati di LA7 hanno intervistato, ma poi ho preferito non partecipare alla “chiacchierata” e stare a sentire quello che gli altri avevano da dire e cosa i giornalisti italiani volessero sapere. Sibilla, Jacopo, Augusto e Celine si sono raccontati per una quarantina di minuti al microfono di Francesca Biagiotti, anche se poi, delle loro parole, sono stati montati soltanto tre minuti all’interno di un servizio dal quale sono emerse: migliore qualità della vita, buone possibilità di lavoro, prezzi di affitto e di vendita delle case molto ragionevoli, ottimi ammortizzatori sociali e tutti i vantaggi economici che hanno le giovani coppie che decidono di fare figli in Germania. Il tutto è stato commentato e confrontato in studio con la situazione italiana alla luce delle riforme attuate del Governo Monti, in vista della modifica dell’ Art. 18 dello statuto dei lavoratori.
Dopo aver guardato la trasmissione, sia per i contenuti, sia per i commenti musicali dei servizi, mi sono ritrovato un mattone sullo stomaco fatto di ansia e rabbia.
Non è mai facile né semplice (né tanto meno io ho le competenze per) confrontare due sistemi economici, due società, due culture, due Paesi così diversi tra loro soprattutto nel momento in cui uno è alla guida dell’economia e delle scelte politiche europee e l’ altro, per dirla col Poeta, è “come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l’ acqua perigliosa e guata, […] che non lasciò già mai persona viva.” (Inferno, Canto I, vv 22-25). L’unica cosa che mi sento di dire, per amor del vero e per la gioia di Benedetta, un’ amica che mi accusa “di far sembrare che fuori dall'Italia sia sempre e chiaramente meglio che in Italia”, è che se si parla di Welfare di uno stato non si può non parlare di uno dei capisaldi dello Stato sociale, cioè dell’ assistenza sanitaria, che in Germania è privata e costa cara. Molto cara.


1 commento:

  1. Sempre io (Filippo), francamente per commentare questo pezzo ci dovrebbero essere di requisiti fondamentali: tempo per pensare (prima di rispondere), un gruppo di amici, un po` di vino buono e soprattutto quella voglia di raccontare dettagliatamente la propia personale strategia del "Golpe Pacifico" ( che l`Italia avrebbe bisogno)....Inoltre, un giorno (con calma) ti dirò perchè (secondo me) e` giusto che la sanita` diventi parzialmente costosa in tutt`Europa ! Ciao Filippo

    RispondiElimina