C’è
un cinese, un turco, quattro spagnoli, una uzbeka, due polacche, un’
indonesiana, una francese, un greco, un australiano, una statunitense e un
italiano. No, non è una barzelletta, sono le nazionalità dei miei compagni del
corso di Tedesco B1 plus. M olte volte torno a casa
frustrato, soprattutto quando sembro l’ unico a non capire cosa stia succedendo
in classe, mentre tutti gli altri sembrano perfettamente a loro agio.
La quantità di informazioni che ricevo
(in Tedesco!) mi fa sentire come uno con un bicchiere in mano che, mentre
aspetta che gli versino da bere, prende una secchiata d’ acqua che lo sposta di
peso e che appena si riha dallo shock e cerca di bere quell po’ d’acqua che c’è
nel bicchiere, viene travolto da una seconda secchiata. Lo so’, può sembrare
esagerato, ma vi assicuro che sono più le informazioni che uno sente di perdere
rispetto a quelle che si riescono a trattenere, che l’immagine che ho descritto
non è poi così lontana dalla realtà. Uno degli obiettivi del corso, infatti, è
quello di riuscire a dare un vocabolario di circa trecento parole agli studenti
di un corso di questo livello e perché questo accada, è necessario usare una
quantità di vocaboli dieci volte superiore. Poi c’è la meravigliosa grammatica
tedesca(in Tedesco!) per cui è prevista una professoressa apposita, diversa da
quella di lingua “normale”, ma di questo preferisco non parlare per evitare di
scadere in vilipendii vari.
Ci sono anche giorni in cui le lezioni
sono piacevoli e divertenti, a volte addiruttura magiche: l’ultima volta non
riuscivo a credere che insieme ad un cinese e a un turco, ognuno con il proprio
vocabolario, fossimo riusciti a metterci d’ accordo sul significato di un testo
da riassumere in dieci parole chiave da dire alla classe che, incredibilmente,
è riuscita a capire e a ricostruire la storia di partenza. Due cose mi hanno
colpito molto: 1.Per imparare una lingua nuova bisogna imparare a rispondere
continuamente a domande, quali: come ti chiami, da dove vieni, quanti anni hai,
che lavoro fai, e a farlo con parole nuove, accettando di avere una nuova
identità, di emigrante in un Paese straniero;
2.La scuola dà lo stesso imprinting a tutti, dovunque: mettete dei banchi e una cattedra in una classe
e vedrete che gli atteggiamenti di persone di diverse età, razza e nazionalità,
saranno simili a quelli dei ragazzi delle medie di un qualsiasi paesino di
provincia.
ettore, come posso contattarti? son di prào o voglio essè rispettào.... la verena
RispondiEliminaCIAOOOOOOO VERENA, la mia mail è ettoremelani@gmail,com.
EliminaScrivimi e parliamo.
Un bacio
Ettore
Ettorino,
RispondiEliminaSe devo essere sincero vi penso spesso (amici tutti), ogni tanto mi ricordo che non sei su facebook, pertanto mi ricordo del blog.....e devo dire che leggendo "A scuola di tedesco" mi sono fatto delle belle risate ..ahahhaah ...beh...pensa a quelli come me ..che per un minimo di rispetto (io anche un po` per la vergogna) al famoso corso di lingua ci sono andati... e quante figure di merda ho fatto !!....Pero`, non mi dire che sei peggio dell`Indonesiana perche` non ci credo !?
Ciao
Filippo